Toraymyxin® è stato utilizzato per il trattamento di pazienti COVID-19 gravi in Europa, Russia, Asia e negli Stati Uniti.
Toraymyxin® è stato autorizzato da US FDA come Investigational Device Exemption (IDE) per trattamento di pazienti COVID-19 in shock settico e alto livello di endotossinemia (EAA™ = 0,6-0,9).
Toraymyxin® è stato autorizzato da Health Canada per trattamento di pazienti COVID-19 con gravi forme di ARF.
Polymyxin B Hemoperfusion therapy (Toraymyxin®):
- Neutralizzazione diretta di endotossina [1, 2]
- Aferesi diretta di cellule immunitarie [3, 4]
- Ripristino corretto Balance Immunitario [5]
- Miglioramento funzione polmonare [6, 7]
- Rapido recupero dell’emodinamica [7, 8]
Aspetti di fisiopatologia nei pazienti COVID-19
I pazienti con infezione SARS-CoV-2 possono sviluppare stati di malattia lieve, moderata o grave; quest’ultima condizione può comprendere forme di polmoniti gravi, Acute Respiratory Failure (ARF), Acute Kidney Injury (AKI), danno endoteliale, coagulopatia, sepsi o shock settico [9-11].
La polmonite è la complicazione più frequente nei pazienti COVID-19. Nei casi più gravi, questa può essere accompagnata da una risposta immunitaria disregolata. E’ riconosciuto come i neutrofili abbiano un ruolo determinante nel generare questa risposta [12] e il “rolling” dei neutrofili è uno dei fattori chiave che comporta l’iper-produzione di citochine [13].
Nonostante sia riconosciuto come i Coronavirus possano essere classificati come patogeni respiratori, essi hanno un’abilità nell’attraversare barriere, penetrando e alterando altri organi e sistemi [14].
Fino al 60% dei pazienti COVID-19 manifestano sintomi gastrointestinali all’ammissione o sviluppati durante il ricovero ospedalierio, così come l’RNA virale è stato identificato nelle feci nel 48% di questi pazienti [15].
Pazienti con lunghi periodi di ricovero in terapia intensiva sono più soggetti a infezioni concomitanti [16]. Le infezioni da batteri gram-negativo così come la traslocazione diretta dalla mucosa intestinale conducono alla circolazione di endotossina a livello sistemico (Endotossinemia) [17].
Polymyxin B Hemoperfusion nei pazienti COVID-19 gravi
Sulla base delle conoscenze attuali di fisiopatologia nel paziente COVID-19 e nel contesto di altre infezioni virali simili, è razionale pensare ad un potenziale ruolo di Polymyxin B Hemoperfusion (PMX-HP) (medical device Toraymyxin®) come terapia addizionale nei pazienti COVID-19 non-responsivi.
Toraymyxin® è stato utilizzato positivamente per il trattamento di pazienti durante altre pandemie virali incluse l’influenza aviaria (H5N1) e suina (H1N1), patologie caratterizzate da importanti insufficienze respiratorie acute [18-20].
In precedenti pubblicazioni disponibili, l’utilizzo di Toraymyxin® nei pazienti con infezione virale ha mostrato un miglioramento della funzione polmonare e del quadro radiologico oltre a un miglior successo nello svezzamento dalla ventilazione meccanica [18-20]. Approfondisci
L’effetto positivo di PMX-HP nel contesto clinico di ALI/ARDS caratterizzati da grave edema interstiziale e alveolare, importante quantità di infiltrazione di neutrofili che conducono ad una aumentata permeabilità vascolare e alla compromissione dello scambio gassoso nei pazienti, è ben consolidato.
In uno studio su animale che ha considerato l’analisi istologica di tessuto polmononare di topi, è stato dimostrato che il trattamento di PMX-HP sopprime l’infiltrazione di neutrofili migliorando la microcircolazione polmonare [21] (vedi la figura sotto). Questo è consistente con le ulteriori pubblicazioni che mostrano l’azione di aferesi dei neutrofili attivati data da PMX-HP.
Kushi et al. [6] hanno studiato l’effetto della terapia di PMX-HP in 36 pazienti settici con quadro clinico complicato da ARDS. I ricercatori hanno esaminato la possibile correlazione tra IL-8, Elastasi Neutrofila (NE – indice di attivazione dei neutrofili), PAI-1 (Plasminogen Activator Inhibitor – indice di attivazione endoteliale vascolare) e l’ossigenazione polmonare (PaO2/FiO2). A un mese di distanza dal trattamento di PMX-HP tutti i pazienti erano sopravvissuti con miglioramento significativo del rapporto PaO2/FiO2 (244 ± 26,3 to 352 ± 25,4, p < 0,05). I livelli di IL-8, NE, PAI-1 sono tutti diminuiti in modo significativo. I miglioramenti di ossigenazione polmonare sono sembrati essere correlati alla diminuizione dei livelli di NE e IL-8.
Inoltre, diversi studi hanno valutato l’utilizzo di PMX-HP nei pazienti con malattie polmonari insterstiziali.
Uno studio pilota su 16 pazienti disegnato per valutare il meccanismo di PMX-HP nei pazienti affetti da fibrosi polmonare con eventi di riacutizzazione, ha dimostrato la capacità di PMX-HP di adsorbire neutrofili attivati [3].
In un successivo studio su 160 pazienti affetti da polmonite interstiziale hanno ricevuto PMX-HP per due giorni consecutivi.
Il rapporto PaO2/FiO2 è migliorato significativamente dal termine della seconda sessione di PMX-HP (173,9 ± 105,4 to195,2 ± 106,8, p = 0,003) e la conta dei leucociti è significativamente diminuita (13.330 ± 7.002 to 9.426±5.188/mm3, p < 0,001). Inoltre, il tasso di sopravvivenza a 30 giorni registratato è stato di 70.1% [23].
Riferimenti
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